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[ent] L’intervista / “Formiamo gli immigrati con l’e learning”

noviembre 15, 2006

di Giorgio De Neri

“Il fenomeno dell’immigrazione, con gli interessi economici correlati, è in crescita in Italia e in Europa e non può essere considerato alla stregua di un’emergenza o di un transitorio problema di ordine pubblico, poiché nessuna legge riuscirà mai a fermare quegli uomini e quelle donne che aspirano a migliorare le loro condizioni di vita. La possibilità di acquisire la cittadinanza costituisce un elemento essenziale delle politiche di integrazione. In Italia, se si escludono le concessioni di cittadinanza a seguito di matrimonio, che continuano a essere largamente maggioritarie, il criterio selettivo è, con ogni probabilità, legato alla sufficienza del reddito e non ad una piena integrazione culturale. In ogni caso, nel nostro Paese le domande di acquisizione della cittadinanza restano di molto inferiori a quelle di altri paesi europei”. La pensa così Angelo Guarino presidente dell’associazione Mnemo, uno dei pochi in Italia, a sinistra come a destra, a occuparsi del problema immigrazione senza indulgere al buonismo stile Caritas e ovviamente, senza neppure scadere nella xenofobia stile centri sociali di destra. Per mercoledì Guarino ha organizzato un convegno dal titolo “Immigrati e cittadinanza: lavoro, lingue e culture” nella sala del refettorio di San Macuto, uno dei palazzi storici del Parlamento italiano, cui parteciperanno alcuni politici del centro sinistra (ad esempio Silvia Costa e Pietro Folena) oltre al responsabile della Cgil per le politiche dell’immigrazione Piero Soldini. La notizia è che non si tratterà del solito meeting piagnone e buonista in cui si reclama tutto e subito senza spiegare come, ma si parlerà del problema dell’immigrazione in maniera tecnico-scientifica. Per questo motivo L’opinione ha intervistato in esclusiva il professore in questione.

Qual è la fotografia culturale dell’immigrato medio in Italia?
Secondo un’indagine del Censis otto stranieri su dieci “conoscono” la lingua italiana. Si ritiene che la parola “conoscono” voglia semplicemente intendere che l’immigrato riesce a sopravvivere comunicando con il resto della popolazione italiana ma non certo che sia in grado di parlare, intendere e soprattutto scrivere in modo corretto la nostra lingua. La conoscenza approssimativa della nostra lingua e della nostra cultura rappresenta un handicap per raggiungere un miglioramento delle condizioni di vita per gli immigrati.

Come indirizzare e formare al lavoro l’immigrato anche con l’ausilio delle moderne tecnologie?
Se si vuole che i milioni di immigrati regolari nel nostro Paese si integrino nel corso degli anni, è assolutamente indispensabile che Governo e istituzioni pubbliche nazionali, regionali, comunali, realtà associative come i sindacati, ecc., intervengano nell’indirizzare e formare al lavoro gli immigrati con un duplice obiettivo: far acquisire all’immigrato una buona conoscenza della nostra lingua e della nostra cultura intendendo con questa parola la conoscenza delle norme della nostra società civile e delle nostre realtà di lavoro industriali e artigianali; la conservazione della lingua e della cultura originale dell’immigrato. Tutto ciò allo scopo di arrivare a un rapporto armonico e non conflittuale con la popolazione italiana. Particolare importanza hanno a questo proposito le moderne tecnologie informatiche che consentono una diffusione capillare e a costi molto bassi per percorsi formativi di tutti i tipi. In questo convegno verranno presentati alcuni esempi di questo genere di formazione a distanza o “e-learning”.

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Fuente: [l’opinione]

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